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Archivio di Stato di Enna

Il Paesaggio nelle carte d'archivio

 

L'Archivio di Stato di Enna, in occasione della Giornata nazionale del Paesaggio istituita dal Ministero con l'obiettivo di promuovere la cultura del paesaggio e sensibilizzare i cittadini, promuove una mostra dal titolo "Il paesaggio nelle carte d'archivio" dal 14 marzo al 14 aprile 2023,  a cura della dott.ssa Delia Miceli, archivista collaboratore presso questo Istituto.

L’esposizione Il paesaggio nelle carte d’archivio mette in luce questioni legate all’ambiente e alla tutela del territorio attraverso la documentazione conservata presso l’Archivio di Stato di Enna, in particolare nei fondi del Comune di Castrogiovanni (ora Enna), la Prefettura di Enna e di Caltanissetta e la Sottoprefettura di Piazza Armerina. I documenti testimoniano una difficile ricerca di equilibrio tra le esigenze di sviluppo economico, desiderio di modernità e la protezione delle risorse paesaggistiche a cavallo tra il XIX e il XX secolo in un territorio aspro come quello ennese. L’Ottocento è il secolo in cui si avvia una riflessione sullo stato delle campagne, nasce l’amministrazione forestale e gli istituti forestali, si impongono dei vincoli a protezione dei boschi e si avviano iniziative di “imboschimento”, ma è anche il periodo in cui si promuove la “distruzione degli animali nocivi” che porterà in alcuni decenni all’estinzione del lupo in Sicilia. Nel Novecento oltre alle opere di rimboschimento, si avviano molti lavori di bonifica necessari a combattere il dissesto idrogeologico e la malaria. Nel 1951 vi fu un’alluvione che provocò molti danni in questa area, di cui si conservano testimonianze fotografiche. Un caso emblematico a Enna, in senso negativo, è quello del Lago di Pergusa. Unico lago naturale esistente in Sicilia, dove nei primi decenni del Novecento venne stabilito un nucleo abitativo e negli anni '50 venne costruito un autodromo che compromise per sempre gli equilibri di quel paesaggio naturale. 

 

1. LA CAMPAGNA

Nel 1877 viene promossa un’inchiesta agraria al fine di raccogliere informazioni dettagliate sullo stato dell’agricoltura su tutto il territorio del Regno d’Italia. La “Giunta dell’inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola”, appositamente istituita e presieduta dal senatore Stefano Jacini, riunisce tutti i dati forniti dagli enti territoriali.

Ne abbiamo testimonianza in questi documenti trasmessi dal Comune di Castrogiovanni alla Prefettura di Caltanissetta. Gli atti dell’inchiesta pubblicati tra il 1880 e il 1891 rivelano una condizione di notevole arretratezza in gran parte del Paese e specialmente nel Meridione.

Il latifondo era imperante nel sud, costringendo i contadini in un sistema semifeudale e condizioni di vita assai misere. A causa di siccità e malaria la superficie coltivabile era limitata e per aumentarla bisognava avviare opere di rimboschimento e di bonifica dei terreni.

Era necessario, inoltre, usare metodi di coltivazione più moderni e proteggere le piante da malattie provocate da organismi parassiti. Un esempio alla fine dell’Ottocento è la Peronospora, malattia che colpiva le viti. Fu un fenomeno tanto esteso che il Ministero dell’Agricoltura distribuì in tutto il paese un volumetto dal titolo “Istruzione per conoscere e combattere la peronospora della vite”, in cui si spiegava l’intero ciclo del parassita e i consigli per combatterlo, pubblicato nell’ambito degli “Annali di Agricoltura” del 1886.

 

Archivio del Comune di Castrogiovanni – Serie Agricoltura – b. 31.

  • Giunta per l’inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola, Quali sono le colture predominanti e quale superficie occupa approssimativamente ciascuna di esse?, Roma 5 giugno 1884.
  • Modello b. Notizie statistiche dei raccolti. Prati naturali, Enna 16 agosto 1884.
  • Prospetto riassuntivo delle diverse culture dei terreni componenti il territorio di Castrogiovanni, Enna 16 agosto 1884.
  • Annali di agricoltura 1886, Istruzione per conoscere e combattere la peronospora della vite

Archivio del Comune di Castrogiovanni – Serie Agricoltura – b. 33.

  • Ricettario. Metodi per combattere i mali parassitari che affliggono l’agricoltura in Sicilia, Enna 12 luglio 1879.  

Biblioteca.

  • Mario Minnella, Valguarnera, 1988, in Diego Mormorio, Paesaggi siciliani, 2001.
  • Fotografie panoramiche di Assoro e di Agira (pp. 90-91), in Giuseppe Leone, Sicilia, terra madre, 2007.

 

 

2. I BOSCHI

Durante i primi anni dell’Italia unita in tutto il territorio del Regno viene applicato il Regolamento pel governo dei boschi nel Regno di Sardegna.

Nell’Ottocento i boschi costituivano principalmente una risorsa come riserva di legname. Si differenziavano quelli appartenenti ai demani, ai comuni, ai corpi morali e religiosi che erano soggetti a vigilanza severa, dai boschi di proprietà privata per i quali erano previste limitazioni solo per casi urgenti di pubblica utilità.

Per iniziativa del Ministro Broglio (Ministro dell’agricoltura, dell’industria e del commercio del Regno d’Italia) si dà impulso all’istruzione forestale e nel 1869 si istituisce il primo Istituto forestale a Vallombrosa (Firenze). La notizia viene trasmessa in tutto il Regno, come si vede in una risposta del Comune di Barrafranca alla nota della Sottoprefettura di Piazza Armerina.

La Legge n. 3917 del 20 giugno 1877 costituisce la prima normativa forestale italiana, che si occupava “delle terre sottoposte al vincolo forestale” e dei “rimboschimenti”. Il ‘vincolo forestale’ vietava al proprietario gli abusi nell’ambito dei terreni vincolati e regolava l’utilizzazione dei boschi e dei terreni montani in rapporto alle esigenze d’interesse generale, per prevenire e quindi evitare danni pubblici.

Per l’attribuzione dei vincoli, le concessioni dei diritti d’uso, di pascolo, di praticarvi colture, e per la tutela dei boschi in genere, fu formata una commissione provinciale, il Comitato forestale, composto dal prefetto (ex intendente), dall’ispettore forestale, un ingegnere di nomina ministeriale e da tre membri del Consiglio provinciale, nonché da un rappresentante di ogni comune.

A seguito della legge forestale nella zona di Enna la proposta di vincolo forestale e i lavori di rimboschimento riguardarono i boschi di Rossomanno.

Negli anni ’50 si diede nuovo impulso al rimboschimento e in molti casi si ricorreva persino all’esproprio di terreni per la pubblica utilità. Accanto alle opere per rimboschire, vi è la necessità di proteggere i boschi esistenti, attraverso la “propaganda antincendi”, come quella avviata dalla Prefettura di Enna nel 1962, inviando una nota a tutti i sindaci per trasmettere le buone pratiche per prevenire gli incendi frequenti nella stagione estiva.

 

Archivio della Sotto-Prefettura di Piazza Armerina – I serie – b. 16.

  • Municipio del Comune Mandamentale di Barrafranca, Istituto forestale Vallombrosa, Barrafranca 4 dicembre 1869.
  • Regia Prefettura della Provincia di Caltanissetta, Custodia dei Boschi comunali, Caltanissetta 30 maggio 1872.

Archivio del Comune di Castrogiovanni – Serie Agricoltura – b. 26.

  • Legge forestale 20 giugno 1877: prima normativa forestale italiana.
  • Sullo imboschimento di terreni incolti e vincolati in contrada Rossomanno, Caltanissetta 18 novembre 1880.

Archivio del Comune di Castrogiovanni – Serie Agricoltura – b. 20.

  • Imboschimento terreni posti sotto il vincolo forestale. Anno 1878.

Archivio del Comune di Castrogiovanni – Serie Agricoltura – b. 33.

  • Domande per riduzione di coltura agraria di Savarese e Petracalvina e ripresa dei lavori di Rimboschimento in Rossomanno e proposte di vincolo alla Legge Forestale, Caltanissetta 12 ottobre 1897.
  • Sulla Commissione di accertamento di terreni proposti al vincolo Forestale, Caltanissetta  27 settembre 1882.
  • Schema manoscritto su terreno vincolato in Contrada Parasporino, [fine '800].

Archivio della Sotto-Prefettura di Piazza Armerina – I serie – b. 15.

  • Notamento dei boschi del Distretto di Piazza, [fine ‘800].
  • Nomina del rappresentante Comunale al Comitato Forestale, 10 ottobre 1884.

Archivio della Prefettura di Caltanissetta, II serie – b. 22 –  fasc. 113.

  • Comune di Castrogiovanni, Proroga fitto terre boscate Rossomanno, Enna 7 luglio 1917.

Archivio della Prefettura di Enna – I serie – b. 33.

  • Real corpo delle foreste – Gruppo di Catania, R.D. 13 aprile 1939, n. 740 – Consorzio di rimboschimento fra lo Stato e la Provincia di Enna a durata continuativa, Catania 7 novembre 1944.
  • Regione Siciliana – Assessorato dell’Agricoltura e delle Foreste, Espropriazioni per causa di pubblica utilità, Enna 4 febbraio 1957.
  • Prescrizioni di massima e di polizia forestale per i boschi e terreni sottoposti a vincolo nella Provincia di Enna approvate nel 1930, [post 1947].
  • Costituzione Consorzio Rimboschimento (coperta del fascicolo), [anni ’50].
  • Piano particellare dei terreni da espropriare e rimboschire zona n. III Comune di Enna, Enna 30 gennaio 1952.
  • Piano particellare dei terreni espropriati appartenenti alla Ditta Rossa B.ne Carlo fu Giuseppe siti in comune di Enna, [1952].
  • Utilizzazioni boschive per ricavo traverse e legnami di armamento ferroviario, Roma 5 ottobre 1948.
  • Prefettura di Enna, Propaganda antincendi per la difesa del patrimonio boschivo, Enna 28 agosto 1962.
  • Comune di Valguarnera Caropepe, Propaganda antincendi per la difesa del patrimonio boschivo, Valguarnera Caropepe 6 settembre 1962.

 

3. LA LEGGE SULLA MONTAGNA

Secondo Legge n. 991 del 1952, contenente “Provvedimenti in favore dei territori montani”, “sono considerati territori montani i Comuni censuari situati per almeno l’80 per cento della loro superficie al disopra dei 600 metri di altitudine sul livello del mare”. Diversi comuni della Provincia di Enna, avendone i requisiti, chiedono di essere inclusi fra i territori montani per poter ricevere dei sussidi e delle agevolazioni economiche. La legge prevedeva inoltre la costituzione dei consorzi di prevenzione, per contrastare il dissesto fisico ed economico del territorio ennese.

 

Archivio della Prefettura di Enna – I serie – b. 33.

  • Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, Legge a favore dei territori montani, 14 agosto 1952.
  • Comune di Nicosia, Deliberazione del Consiglio Comunale sull’Unione Nazionale dei Comuni ed Enti Montani, 17 gennaio 1955.
  • Comune di Agira, Istanza per inclusione del Comune di Agira nell’elenco dei Comuni montani, Agira 3 gennaio 1954.
  • Ministero delle Finanza – Commissione Censuaria Centrale, Inclusione nell’elenco dei territori montani (Legge 25 luglio 1952, n. 991), Roma 12 aprile 1956.

 

4. GLI ULIVI

Ho contemplato a lungo questo vecchio ulivo cresciuto in terra arida piegato e scavato dal vento maestrale sbattuto da tempeste e arso dal sole cocente. Tuttavia, carico di frutti, dona olio fragrante come chi dopo una vita dura vive ancora donando fiducia e creando speranza

(Enzo Bianchi)

Il Decreto legislativo luogotenenziale del 27 luglio 1945, n. 475 stabilisce che è vietato l’abbattimento degli alberi di olivo oltre il numero di cinque ogni biennio. Si doveva chiedere l’autorizzazione alla Prefettura che poteva non concederla, se attraverso una potatura si poteva ristabilire la produttività degli alberi. Il Prefetto poteva imporre ai proprietari del terreno, dove si trovavano gli alberi da abbattere, di impiantarne altrettanti, anche in altri fondi.

Biblioteca.

  • Monti Erei, in Gesualdo Bufalino, Giuseppe Leone - L’isola Nuda : aspetti del paesaggio siciliano, 1988.

Archivio della Prefettura di Enna – I serie – b. 33.

  • Ispettorato provinciale dell’Agricoltura – Enna, risposta negativa a una istanza per abbattimento alberi di ulivo, Enna 25 gennaio 1955.
  • Comune di Gagliano Castelferrato, Istanza per abbattimento alberi di olivo, Gagliano Castelferrato 20 agosto 1954.

 

5. I LUPI

In passato il lupo viveva anche in Sicilia, nelle principali catene montuose ma anche sugli Iblei e nelle zone interne boschive dei monti Erei. Il Lupo siciliano (Canis lupus cristaldii), rispetto al lupo italico presentava un taglia più piccola e il mantello dal colore più chiaro. Oggi ormai è estinto a causa di una vera persecuzione che ha subito negli anni. L’ultima uccisione ufficiale fu nel 1924 a Bellolampo nei pressi di Palermo, anche se vi sono stati altri avvistamenti nei decenni successivi.

Alla fine dell’Ottocento i lupi erano visti come “animali nocivi” e per questo venivano cacciati. Addirittura il Regio regolamento di caccia del 1826, stabiliva dei premi in denaro per l’abbattimento dei lupi: 5 ducati per un esemplare maschio, 6 ducati per una femmina (8 per le femmine gravide), e 3 ducati per i cuccioli. Queste carte testimoniano la presenza dei lupi e come la caccia fosse diffusa nella zona di Enna.

 

Archivio della Sotto-Prefettura di Piazza Armerina – I serie – b. 16.

  • Sotto-Prefettura di Piazza Armerina, Boschi e foreste. Uccisione di Lupi. Premio relativo [carpetta], 1872-1876.
  • Distruzione di animali nocivi. Invio di verbale, Piazza Armerina 10 aprile 1875.
  • Municipio di Piazza Armerina, Uccisione di lupatelli, Piazza Armerina 21 marzo 1874.
  • Municipio di Villarosa, Uccisione di una lupa, Villarosa 10 giugno 1875.

 

6. BONIFICHE E ALLUVIONI

Per mantenere l’equilibrio idro-geologico dei territori montuosi è necessario intervenire con i rimboschimenti sia con opere di bonifica.

Intorno alla fine dell’Ottocento, vediamo nei documenti un’attenzione verso la stabilità delle terre. “I terreni saldi, si trovino questi al piano o in pendio” non potevano essere dissodati “senza permissione governativa”, perché ciò arrecherebbe “danno ai terreni sottoposti”. Nel 1870 il Ministero dei lavori pubblici istituisce una commissione con “l’incarico di esaminare l’andamento delle cose attinenti alle bonifiche”. A questo proposito, la Prefettura di Caltanissetta invia una circolare su “Bonifiche dei terreni paludosi, vallivi o sommesi” “ai Signori Sindaci della provincia”.

In Sicilia la presenza di numerosi torrenti che si riempivano in inverno e si riducevano notevolmente nel periodo estivo e che in alcuni punti diventavano stagnanti e paludosi, provocava la diffusione della malaria. Bisognava agire da un lato per combattere la siccità, dall’altro per lottare contro la malaria.

 

L’alluvione del 1951

La terra in Sicilia è in gran parte di argilla, dura, compatta, ostile; essa si sfalda in larghe frane durante gli alluvioni invernali […]. Quando finiscono le piogge comincia subito l’ostilità dell’arsura,

così parlava il senatore Antonio Romano nella seduta del 19 ottobre 1951, a seguito dell’alluvione che nei giorni precedenti aveva colpito gravemente una vasta area tra Enna e Catania. E aggiungeva:

La prima tappa della bonifica della Sicilia sta nella disciplina delle acque alluvionali e nell’approvvigionamento delle acque per abbeverare ed irrigare nelle lunghe stagioni secche, sta nel rifare il verde delle colline. Bisogna riconoscere che l’attuale stato di inferiorità idrica dell’isola è il risultato di una antica, nefasta opera dell’uomo; il disboscamento.

Tra il 15 e il 18 di ottobre, nell’area della Sicilia orientale cadde circa un terzo di tutta la pioggia dell’anno. Durante la notte il Simeto esondò allagando tutti i terreni agricoli a sud e a nord, fino alle porte di Catania. L’esondazione fu generata dalla decisione del gestore dell’Invaso Pozzillo (il cosiddetto lago, posto – in provincia di Enna – a sbarramento del fiume Salso, a circa 20 km dalla confluenza con il Simeto) di aprirne le paratoie, generando una devastante onda di piena a valle. Numerosi sono i documenti nell’archivio della Prefettura di Enna che testimoniano i notevoli danni arrecati alle terre e ai centri abitati. Si trovano anche delle fotografie che attestano la condizione della miniera Zimbalio e dell’annessa ferrovia a seguito dell’evento alluvionale.

Negli anni ’50 numerosi sono i consorzi di bonifica che avviano lavori nella provincia di Enna per scongiurare altre alluvioni e per avere disponibilità di acque per l’irrigazione dei campi. Uno di questi consorzi è il Consorzio di Bonifica dell’Altesina e dell’Alto Dittaino, nato nel 1917, tra i cui progetti realizzati vi è quello per “l’irrigazione con le acque del torrente Crisa-Dittaino-Gran Fonte e sorgenti attigue”, di cui si hanno i disegni.

Per eseguire le opere di bonifica spesso era necessario espropriare terreni ai privati, come si vede nei documenti contenenti le planimetrie delle aree di espropriazione.

 

Archivio della Sotto-Prefettura di Piazza Armerina – I serie – b. 16.

  • Regia Prefettura della Provincia di Caltanissetta, Pei terreni saldi, Caltanissetta 18 luglio 1867. 
  • Bonifiche di terreni paludosi, vallivi e sommersi, trasmissione di una circolare ministeriale ai sindaci della Provincia di Caltanissetta, Caltanissetta 18 novembre 1870.
  • Bonifiche di terreni paludosi, vallivi e sommersi [stampa], Valguarnera Caropepe 15 dicembre 1870. 

Archivio del Comune di Castrogiovanni – Serie Agricoltura – b. 33.

  • Municipio di Castrogiovanni, Opere di bonifica, Enna 16 dicembre 1912.

Archivio della Prefettura di Enna – I serie – b. 315.

  • Comunicazione dei danni causati da un temporale, Villapriolo 14 agosto 1950.

Archivio della Prefettura di Enna – I serie – b. 490.

  • Danni alluvionali autunno 1951. Ricostruzione case distrutte, [Enna] 19 novembre 1951.
  • Relazione sui danni alluvionali (15-17 ottobre 1951) verificatesi nella zona Bellia di Piazza Armerina. Ricostruzione case distrutte, Enna 17 ottobre 1951.
  • Fotografie sui danni prodotti lungo la ferrovia della miniera Zimbalio in seguito all’alluvione, Enna, 5 novembre 1951. 

Archivio della Prefettura di Enna –  I serie –  b. 297.

  • Bacino del Pozzillo, piano particolareggiato di espropriazione VIII e IX stralcio, Comune di Agira [carpetta], [Agira 1960].
  • Piano particellare nel territorio del Comune di Agira per gli espropri di pubblica utilità, 23 settembre 1960.

Archivio della Prefettura di Enna –  I serie –  b. 292.

  • Relazione tecnica per l’occupazione definitiva di mq 2000,00 di terreno appartenente alla ditta Trigona Rosalia, Ottavio e comp. […] per opere di inquadramento di derivazione delle acque eseguite dalla Ditta Paternicò in fondo Trigona in contrada Camemi, Piazza Armerina 4 marzo 1952.
  • Planimetria Fondo Trigona Rosalia Ottavio e Compagni, Piazza Armerina 4 marzo 1952.
  • Legge 7 Luglio 1925, n. 1173 – Sistemazione idraulico – valliva di corsi d’acqua, Enna, 25 gennaio 1957.

Archivio della Prefettura di Enna – I serie –  b. 287.

  • Progetto del canale consorziale per l’irrigazione con le acque del Torrente Crisa-Dittaino-Gran Fonte e sorgenti attigue (carpetta), [1957].
  • Progetto canali d’irrigazione dei terreni irrigui colle acque del Torrente Crisa opere d’arte, [1957]. 
  • Planimetria dei terreni irrigui colle acque del torrente Crisa – Tracciato del Canale consorziale, [1957].

 

7. I LAGHI

In un documento della fine dell’Ottocento intitolato “Notizie sopra i laghi, o stagni che possano addirsi alla piscicoltura”, leggiamo che oltre al Lago di Pergusa, vi erano altri bacini, spesso paludosi. Uno di questi è il lago Lagastello che venne prosciugato nei primi decenni del ‘900, anche se il progetto risaliva già al 1881.

Diversi laghi invece furono creati artificialmente per costituire bacini di irrigazione, come abbiamo visto anche nel capitolo precedente dedicato alle bonifiche.

 

Archivio del Comune di Castrogiovanni – Serie Agricoltura – b. 33.

  • Notizie sopra i laghi, o stagni che possono addirsi alla piscicoltura, Castrogiovanni 30 agosto 1874.
  • Sotto-Prefettura del Circondario di Piazza Armerina, Ripopolamento d’acque pubbliche in Sicilia, Piazza Armerina 17 novembre 1895.
  • Delibera della Giunta comunale in merito al progetto di prosciugamento del Lagastelluccio, Castrogiovanni 25 giugno 1877.
  • Prosciugamento del Lagastello 1881 [carpetta].
  • Progetto di Prosciugamento dello stagno denominato, 1878.
  • Pianta del Lagastello all’interno del Progetto di Prosciugamento del Lagastello, Castrogiovanni 14 giugno 1878.

Archivio della Prefettura di Enna –  I serie – b. 33.

  • Comune di Nicosia, Costruzione di un lago collinare nel versante nord-est dei feudi comunali, Nicosia 20 dicembre 1955.

 

8. LAGO DI PERGUSA

Il lago di Pergusa è un bacino di modeste dimensioni che costituisce l’unico lago naturale rimasto in Sicilia.

Fu un’area naturalistica incontaminata fino ai primi decenni del Novecento. Vi si andava a caccia “alle anitre, germani reali, folaghe, aironi ed altri uccelli acquatici migratori” e vi si pescavano “piccoli pesci chiamati volgarmente mazzamurru, e qualche anguilla”, così dice Ettore Liborio Falautano nel 1909 in un volume dedicato a Castrogiovanni.

I documenti raccontano di un interessamento di Napoleone Colajanni nel 1911 sulle condizioni del lago e sui progetti di bonifica.

Vari interventi vennero predisposti durante gli anni ’30: il tentativo di un ripopolamento ittico, le analisi delle acque e opere di bonifica. In quegli stessi anni nasce il villaggio Pergusa e la popolazione residente a Enna viene invitata a trasferirsi vicino al lago, ormai bonificato, riducendo il rischio della malaria.

Infine negli anni ’50 e ’60 il lago venne usato per eventi sportivi, quali gare di sci nautico e gare ciclistiche. Nel 1951 venne costruito un autodromo dove si tennero in passato importanti competizioni automobilistiche. Esso determinò la deturpazione di un bene paesaggistico di grande importanza geologica, faunistica e culturale, oggi tutelata dalla istituzione di una Riserva naturale speciale della Regione Siciliana.

 

Biblioteca.

  • Fotografie del Lago di Pergusa in Francesco Alaimo, Sicilia : Natura e Paesaggio, 2005.

Archivio del Comune di Castrogiovanni – Serie Agricoltura – b. 33.

  • Real Prefettura della Provincia di Caltanissetta, Regolamenti per l’esecuzione della legge sulla pesca. Acque di privata proprietà, Caltanissetta 26 luglio 1879.
  • Camera di Commercio ed Arti di Caltanissetta, Esecuzione della legge sulla Pesca, Caltanissetta 17 luglio 1880.
  • Lettera di Napoleone Colajanni al dott. Giacomo Rossi in merito alla bonifica del Lago Lagastello e del Lago di Pergusa, Napoli 4 dicembre 1912.

Archivio della Prefettura di Enna – I serie –  b. 298.

  • Provveditorato alle opere pubbliche per la Sicilia, Bonifica del Lago Pergusa, Palermo 16 febbraio 1931.
  • Provincia di Enna - Laboratorio d’igiene e profilassi, Analisi dell’acqua del Lago Pergusa, Enna 1935.
  • Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste – Ispettorato tecnico della Pesca, Ripopolamento ittico del lago di Pergusa, Roma 30 gennaio 1936.
  • Ministero lavori pubblici - Provveditorato alle opere pubbliche con sede in Palermo, Parziale trasferimento dell’abitato di Enna, Palermo 3 novembre 1936.
  • Corpo reale del Genio Civile – Ufficio di Enna, Tipo e computo metrico delle espropriazioni per Lavori di costruzione di nº 11 casette con 22 alloggi in località Pergusa del Comune di Enna per famiglie sfrattate da abitazioni pericolanti, Enna 8 settembre 1936.
  • Corpo reale del Genio Civile – Ufficio di Enna, Costruzione 11 casette con nº 22 alloggi in località Pergusa del Comune di Enna – Espropriazione, Enna 28 aprile 1938.

Archivio della Prefettura di Enna –  I serie –  b. 246.

  • Automobile Club Agrigento – Prima gara di regolarità delle tre Province – 28 settembre 1952 – Planimetria del Percorso.

Archivio della Prefettura di Enna –  Ufficio di Gabinetto –  b. 94.

  • Automobile club Enna, dépliant dell’VIII premio Pergusa, corsa di velocità su autodromo, 30 marzo 1958 contenente il disegno dell’Autodromo del Lago di Pergusa.

Archivio della Prefettura di Enna –  Ufficio di Gabinetto –  b.93.

  • Disegno del lago di Pergusa all’interno di un dépliant sul 2º campionato siciliano di Sci Nautico, Lago Pergusa 8-9 settembre 1962.

Archivio della Prefettura di Enna –  Ufficio di Gabinetto –  b. 212.

  • Fotografia del Lago di Pergusa durante il 2º campionato siciliano di Sci Nautico, Lago Pergusa 8-9 settembre 1962.

 

 

 

 

 



Ultimo aggiornamento: 04/05/2023